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Il diario di Fabietto 02: ancora una delusione


di Difficilissimo
13.08.2018    |    4.792    |    1 8.1
"Tra seghe, sogni, dubbi e invaghimenti vari, arrivò l'estate successiva, quella dei miei 14 anni..."
Ecco la seconda parte sulle vicende riguardanti Fabietto, il mio attuale fidanzato. Ricordo che le storie raccontate in questa saga sono un mix tra la realtà del suo passato e un pò di farina del mio sacco per renderle più interessanti, anche se poi la base è quella vera.
La breve storia di un mese con Jacopo mi aveva lasciato molti strascichi. Stavo male, mi mancava quel bellissimo rapporto che avevamo costruito durante la nostra estate insieme e mi mancavano quei meravigliosi momenti di intimità che trascorrevamo tutti i pomeriggi a casa mia. Quantomeno questa vicenda mi aveva aiutato a capire meglio il mio orientamento sessuale, anche se rimanevo ancora confuso. I maschi mi attraevano e questo ormai lo potevo assodare, ma ancora non capivo quali fossero le mie sensazioni verso le ragazze. I racconti degli amici che avevano fatto le prime esplorazioni di figa mi incuriosivano mentre dai video porno captavo il fatto di guardare maggiormente i maschi ma di non escludere un'esperienza etero. Intanto i mesi passavano senza che accadesse niente di rilevante se non un aumento dei miei pomeriggi a casa da solo a masturbarmi di fronte al pc. Arrivavo a farmene anche 4-5 al giorno, era diventato il mio passatempo preferito con il quale riuscivo a sfogare le mie voglie represse. Spesso rimanevo sorpreso di me stesso a pensare a come avevo trovato il coraggio di baciare Jacopo qualche mese prima e mi sembrava un qualcosa di assurdo. Tra seghe, sogni, dubbi e invaghimenti vari, arrivò l'estate successiva, quella dei miei 14 anni. Solito chalet, soliti amici, solite sfide a calcio sulla sabbia. A volte c'era anche Jacopo, le prime volte mi faceva effetto ma la sua eccessiva freddezza nei miei confronti mi aiutò a dimenticarlo più in fretta e a riuscire ad ignorarlo a mia volta. Intanto, continuando a mostrarmi sempre molto affidabile nei confronti dei miei genitori, aumentava anche la fiducia che loro avevano di me e quindi la mia libertà, che mi permetteva di fare un po' più tardi la sera e di passare tantissimo tempo con gli amici. La maggior parte della nostra estate, neanche a dirlo, lo trascorrevamo proprio al nostro chalet, frequentando da molte altre comitive, tra cui quella di alcuni ragazzi del paese più grandi di me. Li conoscevo di vista, andando al mare lì da tanti anni anche loro, ma non avevo un vero rapporto se non qualche partitella sulla sabbia che feci assieme a loro quando avevano bisogno di una persona per fare numero. Tra di loro c'era un ragazzo di nome Lorenzo: aveva 9 anni più di me, quindi 23 all'epoca ed era un po' il leader della comitiva. Tutti lo rispettavano, tutti ascoltavano le sue proposte. Era bassetto, diciamo appena sopra all'1.70, magro, riccio e moro con dei bei occhi neri e un po' di barbetta. Nel complesso dimostrava meno di quello che aveva, diciamo sui 18 anni e io iniziai a provare una forte attrazione nei suoi confronti. Mi piaceva la sua autorità, il suo carisma, la sua sicurezza e soprattutto mi piaceva lui. Non riuscivo a smettere di guardarlo, era più forte di me. Quando lui si accorgeva e incrociavamo gli sguardi, cercavo buffamente di focalizzarmi su altro per non farmi scoprire. Ma evidentemente fu inutile perché tra di noi iniziò un simpatico e segreto gioco di sorrisi e sbirciate che non fece altro che illudermi ancora di più e farmi crescere la mania che avevo nei suoi confronti. A casa mi segavo come un matto, completamente nudo guardando le sue foto e ansimando il suo nome nell'immaginazione che mi cavalcasse, mi scopasse e si prendesse la mia verginità. Notai anche che spesso e volentieri iniziava a farsi il bagno con lo slip, facendo in modo che io lo notassi. Le sue provocazioni mi stavano letteralmente facendo perdere la testa quando una sera lo vidi in compagnia di una ragazza e scoprì che era felicemente fidanzato da un po' di tempo. La delusione fu enorme tanto che per alcuni giorni non mi feci vedere allo chalet e anche al mio ritorno evitai in tutti i modi i contatti con lui, ignorando i suoi sguardi e i suoi sorrisi e cercando di non incrociarlo. Una sera, mentre eravamo seduti in spiaggia a parlare e ridere tra amici, mi accorsi di dover andare in bagno. Mi alzai e mi incamminai verso lo chalet, decidendo di tagliare il percorso passando tra le cabine. Proprio durante questo transito, mi trovai di fronte a Lorenzo col pisello in mano che stava facendo pipì tra due cabine della spiaggia. Era la prima volta che gli vedevo il cazzo e rimasi pietrificato. Era piuttosto piccolo ma non mi importava niente, era il cazzo che bramavo da inizio estate e per la prima volta era là, di fronte ai miei occhi. Lorenzo si accorse immediatamente della mia presenza, mi sorrise e iniziò a sgrullarselo in modo da provocarmi ancora di più. La scena durò alcuni secondi, durante i quali io sentì crescere una fortissima erezione. Imbarazzato per quel momento e per la mia reazione fin troppo spontanea, anticipai qualsiasi sua parola o gesto e scappai via, andandomi a chiudere nel bagno degli uomini. Confuso e eccitato, mi tirai giù i jeans fino alle caviglie e iniziai segarmi il cazzo a tutta forza. Chiusi gli occhi e iniziai a pensare a quello che avevo visto, fantasticando del fatto che, anziché fuggire, avessi trovato il coraggio per agire e mi fossi inginocchiato a succhiarglielo. Il pensiero era talmente arrapante che sborrai quasi subito, mi concessi un paio di gemiti un po' soffocati e poi sparai tutta la mia sborra sul lurido pavimento del bagno. Qualche giorno dopo giunse il Ferragosto: per me non era una data particolarmente felice, visto che esattamente un anno prima Jacopo aveva abusato di me e del mio amore per l'ultima volta prima di allontanarsi improvvisamente. Tuttavia ero deciso solo e soltanto a svagarmi e divertirmi assieme ai miei amici. Sono sempre stato un ragazzo tranquillo, che non ha mai avuto bisogno di sballi o vizi per divertirmi e anche in quell'occasione mi bastava passare del tempo assieme alle persone a cui volevo bene, senza sentirmi costretto a bere o fumare. Per la prima volta avevo avuto il permesso di passare tutta la nottata in spiaggia da parte dei miei genitori e la cosa mi rendeva orgoglioso e mi faceva sentire più grande di quello che effettivamente ero. La festa che avevamo organizzato in spiaggia andò avanti piuttosto bene fino alle 3-4 del mattino, quando improvvisamente calò la noia e la stanchezza sulla comitiva. Molti si erano addormentati, altri erano ubriachi, alcuni semplicemente stufi. Io, che non avevo intenzione di bere o fare altro, decisi di farmi una passeggiata con l'intento di raggiungere un altro gruppo di amici che stava trascorrendo la nottata qualche chalet più avanti. Al ritorno stavo passando tra gli ombrelloni di uno chalet completamente deserto quando vidi una coppia che stava facendo sesso. Inizialmente non riconobbi nessuno dei due, pensai di passare rapidamente senza attirare attenzione e cercando di non disturbare. Però, non appena mi avvicinai, notai subito che si trattava di Lorenzo e della ragazza. Lui era dietro e se la stava montando a pecora mentre lei ansimava. Ancora una volta mi bloccai, completamente preso da lui e da quello che stavo vedendo. Lorenzo era nel pieno del suo vigore, ricco di iniziativa e di baldanza e mi piacque da morire. Rimasi pietrificato a osservarlo e lui notò la mia presenza e mi invitò, a mo di battuta, a rimanere a guardarli. La stessa ragazza, che era ansimante, mi regalò un sorriso. Quella situazione mi intrigò al punto tale che iniziai, per la prima volta, a coltivare la mia fortissima passione per il voyerismo. Non sono uno che ama farsi guardare e nemmeno spiare le coppie di sconosciuti mentre impazzisco dall'idea che la persona che mi interessa, che amo o che mi eccita si scopi qualcuno dinanzi al mio sguardo. Per la prima volta scoprì queste sensazioni nuove e ne rimasi estasiato. Inconsciamente portai la mano sul pacco e iniziai a strusciare, arrivando al bottone dei jeans, che slacciai. Solo a quel punto tornai in me e mi resi conto dell'anomalia di ciò che stavo facendo, per cui mi ricomposi e scappai via nonostante Lorenzo mi invitò nuovamente a restare. Ormai mi ero esposto in maniera fin troppo chiara e la cosa gli era arrivata forte e decisa. Così qualche sera dopo, quando ormai il paese si stava svuotando dopo il Ferragosto e mi trovavo attorno sempre le solite facce che vedevo tutto l'anno, arrivò finalmente la svolta. Mi trovavo seduto al tavolo con i miei amici. Indossavo un cappellino blu quella sera, lo ricordo ancora come fosse oggi. Improvvisamente Lorenzo si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio di andare in bagno. Inizialmente pensai di ignorare il suo invito ma poi mi feci trasportare dal momento e lo raggiunsi. Mi aspettava fuori e mi disse che ci saremmo visti una mezzora dopo in uno chalet più a sud, uno di quelli più deserti e tranquilli e mi specificò di andare da solo. Avevo il cuore che mi scoppiava ma anche troppa voglia di vedere cosa sarebbe successo, per cui liquidai i miei amici con una scusa, fingendo di dover tornare a casa e invece con la mia bici raggiunsi la spiaggia dell'appuntamento. La legai ad un palo e poi mi incamminai verso gli ombrelloni. Lorenzo lo notai quasi subito, era in una delle prime file ad aspettarmi. Quando mi vide arrivare sorrise, forse non si aspettava davvero che andassi. Io mi ero prefissato di restare un po' sulle mie e fare il sostenuto per cui esordì con un cenno col volto, quasi a chiedergli cosa volesse. Lorenzo non ci pensò molto:
“Guarda che lo so cosa vuoi da me”
Quella frase mi lasciò di stucco così come il suo successivo gesto di tirarsi giù pantaloni e mutande e mettere a nudo il suo piccolo cazzo. Allargò le cosce e mi chiese, senza troppi giri di parole, se volessi scopare insieme a lui. Avevo una paura matta, dentro di me avrei voluto che Lorenzo prendesse la mia verginità, che mi facesse sentire la sua troia e mi facesse godere come immaginavo ogni giorno nelle mie lunghe masturbate solitarie. Ma allo stesso tempo ero rimasto scottato da Jacopo un anno prima. Avevo ancora in mente il suo tentativo di scoparmi durante la nottata di Ferragosto. Se ci fosse riuscito sarebbe ugualmente fuggito da me e io avrei buttato la mia prima volta con uno stronzo che voleva solo approfittarsi della mia innocenza. Lorenzo rischiava di essere la stessa cosa: aveva 23 anni, era fidanzato e con me aveva sempre avuto un atteggiamento di superiorità che mi dava ben poche garanzie. Non volevo essere la sua troietta di una sera ma nemmeno lasciarmi sfuggire quell'occasione forse irripetibile per cui decisi, dentro di me, il da farsi: lo avrei soddisfatto ma a modo mio, con la bocca, mettendo in pratica tutto quello che avevo imparato nel mese di pompini a raffica fatti a Jacopo un anno prima. Gli feci presente che ero vergine e che non intendevo cambiare il mio status quella sera, lui provò a insistere un po' ma poi, capendo che mi avrebbe solo rischiato di spaventare, si adeguò alle mie volontà. Avevo il cazzo in tiro e iniziò a segarselo mentre mi guardava, sorridendomi con uno sguardo malizioso. Io mi avvicinai lentamente, ero ancora un po' bloccato e intimorito ma lui mi prese per i fianchi e mi posizionò proprio dinanzi a lui. Con molta tranquillità mi slacciò i jeans e me li fece scendere fino alle caviglie. Io scalciai via le scarpe da tennis e mi sfilai i pantaloni, poi feci lo stesso con le mutande. Il mio cazzo era abbottatissimo, decisamente più grosso del suo nonostante la ben più giovane età. Ma questo non creò alcun disagio a Lorenzo, che me lo impugnò e iniziò a segarmelo. Iniziai a provare un piacere immenso, la sua mano me lo stringeva bene ma allo stesso tempo era morbida e delicata. Rovesciai la testa indietro e iniziai a rilassarmi, ansimai un po' tentando di trattenere il verso ma con poco successo. Poi riaprì gli occhi e concentrai lo sguardo sul suo cazzetto arrapato mentre lui era intento a segare sia il suo che il mio. Venni in pochissimo tempo, sborrai deciso verso la sabbia imbrattandola del mio sperma. A quel punto stava a me, avrei dovuto ricambiare il favore. Mi steso sul lettino affianco a lui e Lorenzo mi baciò in bocca, sussurrandomi all'orecchio che quello doveva essere il nostro segreto. Dopo il bacio, che fu piuttosto rapido ma allo stesso tempo caldo, era il mio momento di agire. Mi accucciai sul suo cazzo e lo annusai, gustandomi l'odore di uomo che emanava. Avevo sognato quel cazzo dall'inizio dell'estate e ora finalmente era mio. Specialmente dopo che mi era capitato di vederlo ero praticamente impazzito dal desiderio. Non mi importavano le dimensioni, era il cazzo di Lorenzo, il ragazzo che con la sua autorità e il suo modo di fare mi aveva stregato. Con molta attenzione tirai fuori la punta della lingua e lo poggiai sulla cappella. Lorenzo ebbe un sussulto e irrigidì i muscoli delle gambe. Presi a leccare avanti a indietro tutta l'asta e le palle, senza freno. Poi lo accolsi tra le mie labbra e misi sul piatto tutta l'esperienza che avevo avuto con Jacopo, tutti i trucchi che avevo imparato sperimentando con lui ciò che vedevo sui video porno e ciò che mi chiedeva di fare. Lorenzo era in estasi, iniziò a venire su e giù col bacino a tempo mentre mi reggeva per la testa dandomi il ritmo. Io facevo del mio meglio, lasciando lavorare in contemporanea sia le mie labbra che la lingua. Dopo 5 minuti di pompino serrato, Lorenzo mi bloccò la testa sul suo cazzo, venne in avanti col bacino irrigidendo i muscoli e mi scaricò una quantità mostruosa di sborra in bocca. Una parte la mandai giù poi iniziai a tossire, divenni tutto rosso in volto e fui costretto a sputarne una parte fuori. Lorenzo si mise a ridere e mi prese un po' in giro in modo scherzoso, poi mi disse di avvicinarsi. Mi accarezzò il volto, io tremavo. Mi guardava sorridendo, avvicinò la bocca e mi baciò. Fu un bacio lungo e appassionante, mi stese sul lettino e mi salì sopra continuando a toccarmi. Il romanticismo di quel gesto durò alcuni minuti, durante i quali il suo cazzo era tornato duro. Capì subito il suo intento, perché appena possibile posizionò la punta del suo cazzo sul mio buchetto e iniziò a cercare di farsi spazio. Io mi irrigidì e dopo un po' Lorenzo si arrabbiò e mi scacciò in malomodo. Umiliato ancora una volta, sfruttato e desolato, raccolsi le mie cose e mi allontanai senza dire nulla. Nei giorni a seguire Lorenzo tentò più volte di riavvicinarsi, di scusarsi e di farsi perdonare ma avevo capito in pieno quali erano le sue reali mire, per cui decisi ancora una volta di reprimere i miei sentimenti e di mettere una pietra sopra anche a questo triste capitolo. Il mio approccio con l'amore e con il sesso era stato finora fallimentare, mi aveva lasciato tanti dubbi e poche certezze ma soprattutto molte ferite dal quale avrei fatto fatica a riprendermi. Col passare del tempo io e Lorenzo ci siamo riavvicinati, abbiamo costruito un buon rapporto tra persone che ci conoscono da molto e frequentano lo stesso stabilimento balneare e mai più è uscito fuori un qualsiasi discorso o collegamento a quella particolare serata di perdizione che avevamo passato insieme.
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